Nomine dei dirigenti di II fascia – un problema di regole
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Nomine dei dirigenti di II fascia – un problema di regole
Come è noto, il MIBACT ha bandito tutti insieme ben 135 posti di dirigenti di seconda fascia, per sedi in tutta Italia, destinate ad architetti, storici dell'arte, archeologi, bibliotecari, archivisti, amministrativi. Fatta la riforma e uscito il bando, il Ministero solo dopo si è accorto di avere dirigenti in servizio in numero minore rispetto ai posti banditi, e sta attuando evidenti forzature, pur di chiudere la partita. Mentre il bando lasciava la massima libertà di scelta delle sedi a tutti i dirigenti, qualsiasi fosse il settore e l'ufficio in cui stava operando, nei fatti il MIBACT sta imponendo diversi trasferimenti d'ufficio (talvolta di natura apparentemente 'punitiva') a sedi in regioni lontane non richieste e sta cercando di imporre nei poli museali regionali solo storici dell'arte, nelle soprintendenze belle arti solo architetti, nelle archeologiche gli archeologi, mentre è inevitabile che archivisti e amministrativi che sono invece in esubero, devono essere in parte riciclati in incarichi fuori del loro settore.
Questo, a quanto sembra di capire, perché vi è confusione e mancanza totale della trasparenza che avevamo richiesto: nessuna esplicitazione dei criteri seguiti, mentre elenchi provvisori si inseguono, mai completi, così nessuno ha il vero quadro della situazione. Un vero pasticcio a scapito della corretta gestione, della professionalità, ma soprattutto della spesa pubblica.
Sullo sfondo ci sono infatti le nomine politiche, sulla base del famoso comma 6 dell'art. 19 del Decreto Legislativo 165/2001. Laddove il MIBACT non abbia al suo interno le professionalità, infatti, può reclutarne di esterne, ma solo se non ne dispone, o più esattamente, come abbiamo ribadito, se nessun appartenente a tali professionalità ha fatto domanda per la sede in questione, e può assegnarle ad esterni solo dopo avere vagliato ed esaurito le domande di tutti gli interni, cosa che non sta succedendo. Gli interni, anche con anni e anni di ruolo alle spalle, spesso sono depistati su strade obbligate e trasferiti d'ufficio a sedi lontane, come se non ci fossero altre possibilità, mentre posti di rilievo, sui quali ci sono domande di interni, sono lasciati vacanti per poterli, a quanto sembra, poi destinare ad esterni. E questi sarebbero i posti che costerebbero di più all'Erario, in palese contraddizione con la Spending Review che ha ispirato la riforma del MIBACT, e che ha suscitato molti rilievi da parte della Corte dei Conti.
Per mettere a tacere tutto, i Direttori Generali stanno imponendo una corsa alla firma (si parla di domani), in modo da bloccare la situazione. Onorevole Ministro, è a conoscenza di quello che sta succedendo? Ha davvero tanta fretta di chiudere queste nomine in questo modo? Non pensa all'inevitabile contenzioso che potrà sorgere da alcune palesi scorrettezze e arbitri, con conseguenze poco piacevoli per l'immagine stessa del MiBACT?
La Segreteria Nazionale UILPA BACT
Questo, a quanto sembra di capire, perché vi è confusione e mancanza totale della trasparenza che avevamo richiesto: nessuna esplicitazione dei criteri seguiti, mentre elenchi provvisori si inseguono, mai completi, così nessuno ha il vero quadro della situazione. Un vero pasticcio a scapito della corretta gestione, della professionalità, ma soprattutto della spesa pubblica.
Sullo sfondo ci sono infatti le nomine politiche, sulla base del famoso comma 6 dell'art. 19 del Decreto Legislativo 165/2001. Laddove il MIBACT non abbia al suo interno le professionalità, infatti, può reclutarne di esterne, ma solo se non ne dispone, o più esattamente, come abbiamo ribadito, se nessun appartenente a tali professionalità ha fatto domanda per la sede in questione, e può assegnarle ad esterni solo dopo avere vagliato ed esaurito le domande di tutti gli interni, cosa che non sta succedendo. Gli interni, anche con anni e anni di ruolo alle spalle, spesso sono depistati su strade obbligate e trasferiti d'ufficio a sedi lontane, come se non ci fossero altre possibilità, mentre posti di rilievo, sui quali ci sono domande di interni, sono lasciati vacanti per poterli, a quanto sembra, poi destinare ad esterni. E questi sarebbero i posti che costerebbero di più all'Erario, in palese contraddizione con la Spending Review che ha ispirato la riforma del MIBACT, e che ha suscitato molti rilievi da parte della Corte dei Conti.
Per mettere a tacere tutto, i Direttori Generali stanno imponendo una corsa alla firma (si parla di domani), in modo da bloccare la situazione. Onorevole Ministro, è a conoscenza di quello che sta succedendo? Ha davvero tanta fretta di chiudere queste nomine in questo modo? Non pensa all'inevitabile contenzioso che potrà sorgere da alcune palesi scorrettezze e arbitri, con conseguenze poco piacevoli per l'immagine stessa del MiBACT?
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Thomas Scalera
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